Scheda spettacolo

Cosa ci fanno sullo stesso palco un violino del '700, una Gibson Les Paul del '71 e una fisarmonica di Stradella? Segnano il nuovo corso di Rhapsodija Trio. Un ensemble di impatto immediato, più elettrico, più swing, evocativo e sempre più passionale, travolgente.

Il violino appartiene al gusto e alla creatività di Maurizio Dehò, un artista importante della tradizione popolare est-europea nel nostro paese. Languido e potente, dotato di entusiasmo e comunicativa inesauribili, è ancora una volta alla ricerca di nuovi percorsi espressivi.

La chitarra è di Luigi Maione in versione elettrica, che rivela la natura del proprio sound d'origine, le radici rock, latine, ma non solo. Ancora sensibile alle ispirazioni manouche, mediterranee e flamenco, si dedica alla costruzione di un progetto rinnovato, fatto di energia, intuizioni, reminiscenze e un pizzico di trasgressione.

Il nuovo fisarmonicista Nadio Marenco è la terza anima pulsante del gruppo, musicista di grande sensibilità artistica e sorprendenti capacità tecniche. Tensione tanguera, solida base di appoggio per i voli e i virtuosismi dei compagni, è a sua volta ispiratamente melodico nell'alternarsi di accompagnamento e canto, assoli e ancora groove.

La formazione Trio, nella sua concentrata essenza, favorisce un'estremizzazione dei ruoli - e uno scambio reciproco - dove ognuno è sempre in primo piano, avvantaggiato e costretto in una funzione, diremmo, solistica. E quando la comunione avviene allora è musica, godimento, orecchie che si accendono, occhi che scintillano, mani che volano, pura effervescenza.

In questa nuova formula i tre ci presentano un estratto della loro produzione dal 95 ad oggi, dai pezzi propri ai brani kletzmer completamente riarrangiati, a stuzzicanti riletture di brani classici e di tango argentino. Poi 4 nuovi brani della tradizione gitana, rivisitati nel sound e nella costruzione.

Le musiche sono bellissime. Ma ciò che veramente stupisce è la visione, la capacità di arrangiamento dei tre musicisti, colta e viscerale. La loro sapienza scorre senza ostentazione tra nuove modalità espressive, il loro divertimento è il nostro. Una comunione di epoche e stili, una mescolanza di spiccate individualità e generosi giochi d'insieme.

In questo canto allegro e disperato si raccoglie la nostalgia, non il passato, si batte il tempo senza preoccuparsi del futuro. Si attraversa lo spazio con lo sguardo semplice e fiero. Si osserva il caos, non si fanno domande, non ci sono risposte. Ci si confonde nel disordine inconsueto delle libere scelte.

Rhapsodija Trio non passa, non arriva. Continua…

 

Lo spettacolo